Il terzo gradino sul podio delle case produttrici di smartphone, alle spalle di Samsung ed Apple, è occupato ora da Huawei che è arrivata a detenere il 5{c84fab641b8e7e170b6def2356d7526a18da99303361317fffa91c9c706e0dc2} del mercato (31 milioni di smartphone venduti della seconda metà dello scorso anno).
Il 2013 è stato un anno fantastico per la ditta cinese, che ha visto i suoi utili aumentare del 36{c84fab641b8e7e170b6def2356d7526a18da99303361317fffa91c9c706e0dc2} e, non spaventata dalla crisi che attanaglia la concorrenza, promette di crescere ancora del 10{c84fab641b8e7e170b6def2356d7526a18da99303361317fffa91c9c706e0dc2} in questo anno.
Pensare che il boom di Huawei sia dovuto esclusivamente alla crescita economica della Cina è sbagliato, dato che il 65{c84fab641b8e7e170b6def2356d7526a18da99303361317fffa91c9c706e0dc2} degli incassi arriva da altre parti del mondo.
I prodotti trainanti sono il settore telecomunicazioni per le imprese (che ha registrato un +32{c84fab641b8e7e170b6def2356d7526a18da99303361317fffa91c9c706e0dc2}) e gli smartphone (incassi saliti del 18{c84fab641b8e7e170b6def2356d7526a18da99303361317fffa91c9c706e0dc2}).
Il segreto di tutto questo, come spiega il direttore marketing Shao Yang, è stato abbandonare il settore del mobile multimedia per passare agli smartphone e rinunciare alla produzione a conto-terzi per lanciare sul mercato i prodotti con il proprio marchio.